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Il covo di Auricchio
  1. 17/4 9:13 chefti: To deny changes would be to deny realities. I'm using the plural on purpose<a href=http://www.chef-povar.com>.</a>
  2. 12/1 11:14 Minerva61: si, ma è un banner molto grande, devi farlo 88x31
  3. 10/1 12:30 Co': non riesco a scrivere nemmeno in tag bho!!!!!!!!!!! hai ricevuto il banner x l affiliazione????
  4. 8/1 0:10 Minerva61: si, probabilmente tu sei iscritto a forumcommunity e non a blogfree, per questo non ti accetta, comunque se vuoi puoi scrivermi nella tagboard, lì hanno tutti libero accesso
  5. 5/1 11:57 Co': scusami ma non riesco a sciverti nel blog non mi accetta il nik e la mia password x chè??devo fare qualche accesso particolare????
  6. 4/1 17:40 Minerva61: ok ti aspetto nel blog
  7. 4/1 14:44 Co': Ciao Minerva,ho messo il tuo banner nel mio forum,ti mando un mp col codice del mio banner
  8. 4/1 13:09 Co': capito tutto ok appena arriva il consorte ti scrivo!!!!!!!!!!!!!saluti Co'
  9. 4/1 10:15 Minerva61: co' questo è il forum, vieni nel blog che lo uso di più,k questo è l'indirizzo: http://auricchio.blogfree.net
  10. 3/1 14:13 Co': non trovo la sezione per gli affiliati
  11. 3/1 14:05 Co': ciao minerva

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B_NORM    
view post Posted on 16/8/2009, 01:06 by: Minerva61Reply

Magia, oggi solo un business




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Antiche e non ancora dimenticate in certe regioni arretrate del nostro mondo, le arti magiche hanno il fondamentale scopo di controllare le forze della natura. Le arti magiche, nelle quali rientra l’occultismo - praticato tutt’oggi da persone non sempre oneste — si avvalgono di formule e riti che vanno contro la scienza sperimentale. Non vi è nulla, perciò, di dimostrabile al loro interno, e questo fa, da sempre, la fortuna di molti "maghi" malintenzionati, che riempiono con le loro inserzioni i giornali e le trasmissioni notturne delle reti private. La buona fede della gente è spesso preda dell’occultismo, nel quale, a recare danno al prossimo, non è già il demonio, ma la più banale e reale disonestà di scellerati self-made man della magia. Magia, oggi, è sinonimo di business. Se ai tempi di Teresa non lo era, era però sinonimo di altri e altrettanto spiacevoli aspetti della società e dell’essere umano.

Una donna chiese a Teresa come avesse potuto rinsaldare l’amore del marito fedifrago. La strega le disse di tagliare, mentre il marito dormiva, un ciuffo dei suoi capelli, e un altro di peli pubici. Mescolati alla cera, avrebbero avuto un effetto sulla mente e sui sentimenti carnali del marito, rappresentati dai capelli, posti sulla testa, e dai peli, posti attorno all’organo sessuale.

La donna non avrebbe mai osato fare un simile affronto al marito. Ma i ripetuti tradimenti subiti, la indussero a chiedere aiuto a una nota janara. La donna amava ancora il marito, e sperava che le arti magiche glielo riportassero indietro. Quella notte, con una lama affilata, tagliò le ciocche dalle zone indicate dalla janara, e le ripose in un sacchetto di canapa. Sulle cronache, però, si è persa traccia di questa vicenda, e mai si è saputo se il marito fosse poi tornato ad amare la moglie. La luna brillava alta e glaciale sulla campagna addormentata, mentre ombre sfuggenti di janare si aggiravano fra i campi appena seminati.

Le janare, in notti come quelle, spandevano formule magiche sui campi, per impedire la crescita dei germogli, guastare il raccolto di questa o quell’altra famiglia da cui avevano ricevuto un torto. Sete di vendetta personale, nel "lavoro" della janara, si mescolava ad "assistenza" sociale e spirito di corpo femminile, come nel caso del marito fedifrago e di aborti procurati a giovani fanciulle, salvate dalla vergogna di una gravidanza prematura.


Su un pezzetto di pergamena image



Dopo aver scritto...

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magia
Comments: 0 | Views: 46Last Post by: Minerva61 (16/8/2009, 01:06)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/8/2009, 01:35 by: Minerva61Reply

Il Pantacolo Martinista




Questo breve lavoro si propone di illustrare l'origine e la valenza simbolica, del Pantacolo riconosciuto universalmente come il sigillo dell'Ordine Martinista: la scuola iniziatica che s'ispira al pensiero e la dottrina di Louis Claude de Saint-Martin (1743-1803), conosciuto anche con lo pseudonimo di " Filosofo Incognito (o Sconosciuto)".

Questo Pantacolo fu realizzato e scelto, quale emblema specifico dell'Ordine Martinista, dal medico francese Gèrard Encausse (1865-1816), più noto nell'ambiente esoterico con il suo nome iniziatico di Papus, considerato il fondatore del Martinismo moderno.
È bene precisare che per Martinismo moderno non si deve intendere un movimento iniziatico o una corrente filosofica diversa o innovativa rispetto a quella tradizionale; come pure, è bene precisare che non si ha certezza dell'esistenza di un vero e proprio Ordine Martinista, autonomamente organizzato, che sia stato fondato direttamente da Saint-Martin. Louis Claude de Saint-Martin, infatti, fu iniziato è operò nell'Ordine degli Eletti Cohen fondato da Martinez de Pasqually (1727-1774), un ebreo portoghese che ricevette l'iniziazione a Londra dal celebre sapiente svedese Swedenborg e che venne incaricato di diffonderla in Francia.
La finalità di quest'Ordine consiste nell'acquisizione, mediante la pratica della purezza corporale, animica e spirituale, di poteri che consentono all'operatore di entrare in relazione con gli esseri invisibili (gli Spiriti di Luce) e di pervenire così, alla propria reintegrazione e a quella di tutti i suoi discepoli.
Louis Claude de Saint-Martin ricevette l'incarico di diffondere la scuola Martinezista al di fuori della Francia e di portare la sua azione, mediante l'iniziazione individuale, il più lontano possibile. Nell'adempimento di questa missione, Saint-Martin, che si spinse fino in Russia, si trovò costretto da circostanze contingenti ad operare alcune riforme alla dottrina Martinezista. Fu così che nella disciplina Martinezista, così adattata dal Filosofo Incognito, si riconobbe un nuovo movimento cui gli storici attribuirono il nome di Martinismo. Da Martinez de Pasqually, del quale fu anche il segretario particolare, Louis Claude de Saint-Martin apprese la filosofia della reintegrazione universale e la pratica dell'operatività in virtù della rituaria.
Oltre al metodo operativo, per avvicinarsi alla Divinità, Louis Claude de Saint-Martin ebbe particolare riguardo anche per quello mistico contemplativo. Per questa seconda metodologia si ispirò alla dottrina e alla filosofia di Jacob Boehme (1575-1624), del quale fu un fervente e appassionato studioso.

Tornando al...

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esoterismo
Comments: 0 | Views: 28Last Post by: Minerva61 (15/8/2009, 01:35)
 

B_NORM    
view post Posted on 11/8/2009, 00:05 by: Minerva61Reply
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Le fate in Italia


Numerosissime sono le località dedicate alle Fate - ricche dunque di leggende associate al luogo stesso - come valli, monti, grotte, buche, massi, boschi, pozzi, torrenti, cascate, laghi e altri luoghi legati alle acque.
Secondo una leggenda raccontata dai montanari di Catenaia di Casentino, in un punto alto della montagna detto il Cardetto, si trova una grotta nella quale si ritiene abitino le Fate. Una di esse si innamorò un giorno di un giovane contadino che lavorava la terra in una campo vicino, il quale non rimase insensibile al fascino della bella creatura, ricambiandone appassionatamente i sentimenti; ma per un crudele incantesimo la Fata diveniva una splendida fanciulla per soli tre giorni e per altri tre un grosso serpente. Così quando il ragazzo scavava il solco con l'aiuto dei buoi, lei vi strisciava all'interno, per restargli vicino. Accadde dopo un po' di tempo che il giovane dovette allontanarsi per qualche giorno, per cui incaricò fratello di continuare i lavori, raccomandandogli di non temere, soprattutto, non molestare l'innocuo serpente che ormai per abitudine seguiva la terra scavata dietro l'aratro. Inizialmente il fratello lasciò che il serpente lo seguisse tranquillamente, ma l'ultimo giorno il rettile si accorse che non aveva davanti a se l'innamorato bensì un'altra persona, e sdegnato alzò la testa e spalancò le fauci minacciosamente nei confronti dell'agricoltore, il quale, spaventato, reagì colpendo violentemente l'animale, che fuggì e scomparve... Quando il fratello ritornò e fu informato dell'accaduto, cercò invano disperatamente per molto tempo di far tornare l'amata fata, chiamandola e implorandola senza pace, ma lei non apparve mai più. Allora lui, con il cuore spezzato, decise di rimanerle fedele per tutta la vita, e volle infine che la morte lo cogliesse nel sonno, davanti alla grotta dove l'aveva conosciuta, per ritrovarla e amarla ancora e per sempre nel cielo delle Fate...

Si narra inoltre che anche il lago di Subiolo, in Valstagna, sia un luogo abitato da Fate e da altri spiriti che nottetempo si manifestano con lamenti, grida e sibili inquietanti; pare tra l'altro che lo stesso nome del lago derivi da questi strani rumori, simili al suono dello zufolo, detto in dialetto locale subio. Il seguente è uno dei racconti più interessanti raccolti nella zona: un giovane falegname ritornava una sera sul tardi alla sua casa vicina al ponte Subiolo, dopo aver fatto visita alla fidanzata, quando si sentì ripetutamente chiamare per nome... Con sgomento si accorse al...

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magia
Comments: 0 | Views: 15Last Post by: Minerva61 (11/8/2009, 00:05)
 

B_NORM    
view post Posted on 11/8/2009, 00:03 by: Minerva61Reply
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Le fate in Irlanda

Un motivo preminente nella tradizione irlandese è il rapporto tra Fate e esseri umani, scrive Richard Kieckhefer nel volume "La magia del Medioevo".
In un testo irlandese del XII secolo si racconta dell'avventura di un gruppo di cacciatori che un giorno si imbatte nella Collina delle Fate, dove trascorreranno la notte ospiti dei ventotto guerrieri e delle loro bellissime dame che abitano il luogo incantato.
Secondo una variante più antica, Conle il Rosso ode il richiamo ammaliatore di una Fata che lo invita a seguirla sulla Collina delle Fate, dove la vita è sempre una festa senza affanni né pensieri e la morte non esiste. Temendo un sortilegio malefico, Conle recita un incantesimo donatogli da un druidi, con il quale riesce ad allontanare la Fata, ma questa, prima di andarsene gli lascia una mela che lo nutrirà per un intero mese. Allo scadere del tempo la Fata ritorna e tenta di nuovo di conquistare il cuore del cavaliere, lo esorta a diffidare dei poteri demoniaci dei druidi, profetizza la prossima conversione degli irlandesi per opera di San Patrizio e lo invita insistentemente a partire con lei, sulla sua barca di cristallo. Conle cederà infine alle lusinghe della Fata, se ne andrà con lei e non farà più ritorno tra i mortali.
Lady Wilde, nel suo libro "Antiche leggende d'Irlanda", afferma che le Fate irlandesi sono amanti appassionate della bella vita, della bellezza e di ogni genere di lusso, mentre detestano decisamente gli avari, i taccagni, i parsimoniosi e i risparmiatori incalliti; sono inoltre inorridite dalla mano serrata del tirchio, che raccoglie avidamente anche l'ultimo chicco, prosciuga il secchio del latte fino all'ultima goccia e non riserva nulla sulla sua tavola per gli spiriti che vagano nelle notti di luna.

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magia
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view post Posted on 11/8/2009, 00:01 by: Minerva61Reply
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Le fate in Inghilterra

Come in Francia, anche in Inghilterra in alcuni villaggi, si coltivava l'usanza di lasciare sempre alle Fate un posto apparecchiato a tavola, durante le maggiori feste dell'anno, affinché continuassero ad amare e proteggere la casa. Si credeva inoltre che le buone Fate si affezionassero particolarmente ai fiori, ai bambini, agli animali, al bestiame e tenessero lontani i pensieri cattivi generati dall'invidia e i sortilegi delle streghe.

Naturalmente non mancano le apparizioni di Dame misteriose nei castelli e nelle residenze nobiliari, come la inquietante Dama Bruna del castello di Norfolk.
Le trombe d'aria, piccole e grandi, che a volte si scatenavano improvvisamente nelle strade o nei campi, indicavano il rapido passaggio delle Fate in quel luogo per recarsi a qualche festa, o al castello della loro regina; lampi e fulmini in gran quantità erano invece attribuiti agli scontri che avvenivano nell'invisibile tra le Fate e le streghe malvagie.

Ma non è solo in Inghilterra che alcuni fenomeni atmosferici hanno origine da interventi fatati, i fiocchi di neve che cadono a mezzanotte sono, nelle regioni nordiche, lacrime di Fate; oppure è il vento che agita all'improvviso le fronde degli alberi o l'erba dei prati, a manifestare la loro presenza o il loro passaggio; un'onda inaspettata o un piccolo vortice in mare o in un lago, un gioco d'acqua inconsueto in un torrente, corrispondono al loro saluto; un fulmine che cade su un albero, un tuono a ciel sereno o nuvole scure che coprono il sole in pochi attimi esprimono invece la loro collera, e l'arcobaleno non è altro che un ponte di fiori creato per farle passare da una nuvola all'altra o da un punto all'altro del cielo...
A proposito di fiori, non possiamo dimenticare che se sbocciano in inverno o in periodi lontani dalla normale fioritura, sono stati sfiorati dalla veste o dalla mano di una Fata, per cui toccandone i petali si può esprimere un desiderio che immancabilmente si avvererà...
Le stelle cadenti poi, sono solo granelli di polvere magica caduta dai loro abiti mentre si muovono o danzano nel cielo (secondo un'altra versione sarebbero invece le stelle dipinte sulle loro vesti a cadere durante il ballo delle Fate). La cometa, infine, è il carro con il quale la regina di tutte le Fate si sposta nell'universo per andare a trovare le proprie seguaci sparse nei vari mondi.

Infine, nelle isole britanniche si tramanda da epoca immemorabile una credenza relativa alla misteriosa pietra delle Fate, una pietra b...

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magia
Comments: 0 | Views: 13Last Post by: Minerva61 (11/8/2009, 00:01)
 

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view post Posted on 10/8/2009, 23:59 by: Minerva61Reply

Il bardo del lago





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C'era tanto tempo fa, un giovane Bardo di nome Bertrace, ad ogni Estate abbandonava tutti gli amici e si recava, dopo giorni di viaggio a piedi, attraverso, boschi e foreste, arrivava su un'isola in mezzo al Lago, trascorreva gran parte del suo tempo a guardare le acque dorate dal Sole. D'improvviso nell'aria sentì un brivido, un frullare d'ali, era la Fata Marbena, tramutata in una giovane aquila, dalle penne di fuoco. Volteggiava ridendo intorno al giovane celta, venuto dal Nord, le solleticava i capelli scuri con le remiganti.
La Fata si tuffò nelle acque cristalline del Lago, tramutandosi in una Sirena, con la mano invitava il giovane a seguirla nel profondo del Lago, ma lui non sapeva nuotare, sarebbe sicuramente annegato, ricordandosi cosa fanno le Sirene ai naviganti. Sul momento Bertrace, rimase stupito nel vedere tanta bellezza, stette a bocca aperta senza proferire una parola, il chè era assurdo per un cantastorie, sempre in cerca d'avventure amorose, la Sirena dette due colpi di coda sparì nella luce del tramonto e lui si preparò a trascorre la notte sull'isola, nella speranza che il mattino seguente ritornasse la Fata Marbena. Un potente tuono, fece tremare tutta l'isola, Thor scese davanti al giovane bardo spaventato. il dio fece questa ambasciata: - Mille avventure amorose concederò alla tua bella figura, ma guai a te se sfiorerai Marbena! Essa è stata destinata ad Odino, infrangi il suo volere e sarai tramutato in uno scoglio e in eterno non lascerai mai più questa isola! -.
Trascorsero, mesi anni, vennero altre estati calde. Bertrace diventava vecchio, perdeva i capelli, nei suoi occhi appariva sempre la visione della giovane Fata e quelle acque limpide che trastullavano il suo corpo perfetto. Il Sole gli cuoceva la pelle, i venti sferzavano le membra, ma lui non cedeva. Non cantò più, non fece galanterie alle dame che passavano davanti all'isola, se una dama gli chiedeva un madrigale, lui girava lo sguardo, nei suoi pensieri vi era solo quel primo incontro, forte come un'esplosione, confidava che Marbena sarebbe ritornata all'isola, mossa forse a compassione di tanta ostinata perseveranza. Passarono 50 anni e il vecchio bardo era sempre deciso sfidare l'incantesimo fatto da Thor.
Un mattino lucente, l'aria era trasparente, la cornice delle montagne con le cime ammantate di neve, splendevano in colori dalle sfumature azzurrine l'acqua assumeva il suo inconfon...

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Storie e Leggende
Comments: 0 | Views: 20Last Post by: Minerva61 (10/8/2009, 23:59)
 

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view post Posted on 10/8/2009, 23:58 by: Minerva61Reply

LEGGENDE CELTICHE - ROUNA




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In qualche tiepida sera verso il Solstizio di Primavera il Druido Bertrace aveva rivisto il calcolo astronomico verificandolo più volte con i numeri solo a lui conosciuti dell'Alfabeto Ogham, inoltre le sedici colonne e le 78 fasi lunari collimavano precisamente con le parole dell'oracolo. Nella prima fase di Luna piena un evento straordinario avrebbe cambiato per sempre il destino della nazione celtica.
Ma esattamente cosa fosse questo fenomeno non era ancora chiaro a Bertrace, il capo della triade sacerdotale, così andò sulla collina ad interpellare il dio Cernnunos; aveva un presentimento verso la sua unica figlia Rouna, una ragazza sedicenne bella come la dea Frigga. Cernnunos disse al vecchio padre che Odino si sarebbe invaghito di sua figlia e nelle sembianze di un lupo l'avrebbe posseduta. Ma il dio della fecondazione non disse la verità, in effetti il grande cervo era geloso verso il capo di tutti gli dei. Bertrace non prestò fede alla profezia del suo santo protettore. Era convinto che questo non stava scritto nel segreto del calendario. Invece la verità era di ben altra natura.
L'anno solare che andava dal 1 Novembre al 31 Ottobre 365 non combaciava con l'orbita dell'astro solare, ma il periodo siderale era più lungo di sei ore. Il consiglio dei sapienti celtici si riunì immediatamente per udire la relazione di Bertrace, dal volto assorto da umani pensieri: sua figlia e la sua conoscenza. - Eh! Bertrace che cosa è che assilla tanto? - gli chiesero malignamente i saggi - La tua tortorella Rouna sta forse per prendere il volo? - Ah! Ah! ridevano i compagni invidiosi della bellezza della figlia di Bertrace. - Per tutti gli Astri del Firmamento - urlò Accadranno eventi catastrofici nel giorno che non esiste, nel giorno che ha ingoiato 18 dei suoi figli, una giornata che esisterà ogni sedici Solstizi e sparirà per altri sedici. Ecco maledetti infingardi cosa dicono i miei calcoli e lasciate stare mia figlia o vi decapito con la mia roncola! - Ma si sa l'uomo pone dio dispone. Odino scese veramente ed incontrò la fanciulla, che presa da un calore misterioso si recò allo stagno per rinfrescarsi, quando vide davanti a se un grosso lupo nero che si trasformò in un corpo di giovane uomo. Odino pose il suo seme nel ventre della ragazza. Ella partorì due figli maschi ma il suo corpo non resisti allo sforzo e morì poco dopo. Odino ebbe rimorso di questa fanciulla la cui vita svanì e mando ad allevare i due fanciulli una lupa la quale aveva appena perso i tre cuccioli che partorì allo stesso momento di Roana. I neona...

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Storie e Leggende
Comments: 0 | Views: 33Last Post by: Minerva61 (10/8/2009, 23:58)
 

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view post Posted on 10/8/2009, 23:56 by: Minerva61Reply

IL RITORNO DELLE FATE



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1917: le fate appaiono a Cottingley, in Inghilterra e vengono fotografate.

La stampa laica e positivista - a partire dal noto "Strand Magazine" - le prende assolutamente sul serio.
Un movimento culturale legato a molte cause "progressiste", la Società Teosofica, prende le fate e le fotografie sotto la sua protezione.

Il principale difensore della veridicità delle foto delle fate di Cottingley è addirittura il portavoce letterario del positivismo, Sir Arthur Conan Doyle, il creatore con il personaggio di Sherlock Holmes del prototipo dell'uomo che, grazie alla scienza, risolve i problemi, svela i misteri, secondo la logica implacabile del metodo deduttivo.
Nei panni dell'investigatore non chiede al lettore di credere passivamente alle sue parole; al contrario, invoca il metodo positivo e la scienza per convincere il pubblico che ci si trova di fronte a "nuove forme di vita" che trovano perfettamente posto nello schema generale dell'evoluzionismo darwiniano.
Nasce così The Coming of the Fairies ("Il ritorno delle fate"), pubblicato a Londra nel 1922 ed edito in Italia da SugarCo Edizioni. Veniamo ora ad un breve riassunto dei fatti narrati nel testo in questione.

Nel 1917 nella contea di Cottingley, un piccolo villaggio dell'Inghilterra, due cugine, Elsie e Frances asseriscono di vedere ogni giorno, durante i loro giochi nei boschi, fate e gnomi, che partecipano ai loro passatempi. Incontrando lo scetticismo del padre, che non crede ai racconti delle due ragazzine, Elsie, lo supplica di prestarle la sua macchina fotografica, una Midg, per immortalare le fantastiche creature e dimostrare al genitore che quanto asserisce è vero.
Così, nel luglio 1917, Elsie scatta la prima fotografia alla cuginetta Frances, in cui si vede chiaramente un gruppo di fate che danzano dinnanzi alla bimba, ognuna contraddistinta da un suo particolare colore, rosa, verde, lavanda e malva.
Le bambine corrono immediatamente a casa, pregando il padre di sviluppare subito la lastra.

La reazione dell'adulto è di immenso stupore, si ritrova tra le mani la prova inconfutabile non solo della veridicità dei racconti delle fanciulle, ma anche dell'esistenza di quelle fantastiche creature che credeva ormai relegate ai racconti della sua infanzia.
Viene scattata anche una seconda fotografia, nel settembre 1917, che ritrae Elsie mentre gioca con uno gnomo, invitandolo a salire sul suo ginocchio. Nel maggio 1920 Sir Arthur Conan Doyle viene a conoscenza delle due la...

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magia
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view post Posted on 10/8/2009, 23:55 by: Minerva61Reply

GNOMI




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L’ etimologia della parola Gnomo deriva probabilmente dalla parola latina gnomus . Seconde le antiche saghe nordiche essi sarebbero stati originati dalla decomposizione del corpo del gigante Ymir . Gli Gnomi sono creature che si distinguono nettamente dagli Elfi ; si tratta di essere di statura minuscola e dall’ aspetto di vecchi barbuti , che abitano nei boschi e nelle grotte dove custodiscono grandi tesori . Gli Gnomi hanno conoscenza del futuro e dei poteri delle erbe, dei minerali e del regno sotterraneo .
Secondo la tradizione esisterebbe un opera scritta in Arabo , su pergamena , intitolata Il Libro Rosso . In questo libro , gli Gnomi sono descritti come esseri piccolissimi destinati a suscitare nell’ animo umano , sensazioni quali : piacere , tristezza , amore , odio , gioia e noia . Questi esseri ci invadono dalla nascita e ci accompagnano nel corso della vita , sorvegliandoci nel momento del pericolo e consigliandoci nel sonno; ci lasciano soltanto quando siamo sul punto di morte . Benchè abbiano aspetto umano non discendono affatto dall’ uomo , ma appartengono ad un’ altra realtà che non è di questo mondo , una dimensione ultraterrena .
Queste creature abitano nelle montagne , nelle caverne e nel sottosuolo ; sono abili forgiatori di metallo e ottimi guardiani di tesori Definiti anche come Spiriti Guardiani dei tesori, amici dell’umanità ecc. La loro principale missione è quella di vigilare sull’equilibrio dei talenti, e svolgono questo compito agendo come generatori di illusioni e di sentimenti; il loro nome venne coniato da Arbatel durante la stesura del suo Libro Rosso, un libro di Magia che divulgava i segreti per fabbricare artificialmente oro e pietre preziose.

La caratteristica di donare all’uomo la capacità di sognare li rende graditi alla Natura della quale sono figli, risiedono nelle onde aeree ed hanno la capacità di penetrare la terra e di infiltrarsi nelle montagne. Rappresentano un contatto dimenticato con le origini, coloro che trasmettono i nostri desideri e le nostre preghiere agli Spiriti, alla Dea, al Dio, all’universo immortale e cosciente; esistendo differenti gradi di attività mentale in relazione al genere di cellule che vibrano, risulta una esperienza estremamente affascinante quella di abbandonarsi a questi Spiriti benevoli ed ai loro platonici piaceri.
Nonostante il loro aspetto, sarebbe inopportuno confonderli con le creature del Piccolo Popolo; il nome Gnomus (dal greco Gnome, che significa saggezza), venne loro dato da Paracelso, con una derivazione anche dal termine Genomus, nel senso di abitante della terra. Gli Gnomi ra...

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view post Posted on 1/8/2009, 10:31 by: Minerva61Reply

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La Gilda dei Maghi


La Gilda dei Maghi di Coralyne è una comunità di incantatori, evocatori, stregoni e quant'altro. Serve a mettere in comunicazione i diversi stili magici di ognuno, ad ampliare le conoscenze del singolo per rinnovare quelle della comunità, e viceversa.

Nessuno sa dove sia situata la gilda di preciso, si pensa sia sotterranea poichè non ha sbocchi verso l'esterno, alcuni mormorano che sia in una dimensione esterna, altri ancora possono affermare sia all'interno della stessa Torre Rossa, quel che è certo è che nessuno ha ancora visitato tutte le stanze a disposizione, ce ne sono un'infinità.
Le può comuni, tuttavia, sono le seguenti:


Stanza centrale:

è una stanza circolare con una fontana al centro, la fontana non è alimentata da acqua ma bensì da fiamme bluastre fredde al tatto, la stanza serve come punto di ritrovo per i maghi, di norma, essendo la gilda un posto di studio e di ricerca, è necessario mantenere basso il volume della voce e fare il minor rumore possibile in quasi tutte le stanze, ma nella stanza centrale si hanno a disposizione tavolini, poggioli e pure un piccolo servizio di ristorazione e pernottamento per i maghi che non amano mescolarsi con i locandieri delle città, o per coloro che sono in fuga da qualcosa....



Biblioteca:

La biblioteca è forse la stanza più grande di tutte le altre all'interno della gilda... si mormora che essa contenga almeno una copia di ogni libro mai scritto fino ad adesso. E' la personale riserva di libri di IrenicuS, che regolarmente viene aggiornata grazie alla collaborazione tra i maghi della comunità, che mettono a disposizione i loro libri che vengono abilmente ricopiati dagli scrivani addetti. In questo posto si contano decine di centinaia di anni di storia, di magia, di esperimenti e quant'altro. La biblioteca è divisa in più senzioni; la prima è accessibile a chiunque, contiene i libri più comuni, i prontuari di magia avanzata e quant'altro, tuttavia non contiene i libri di magia avanzata degli altri componenti della gilda o dei maghi più famosi e potenti, che sono contenuti nella seconda sezione della biblioteca. Per poter accedere a quelle perle di saggezza è necessario farsi largo all'interno della gilda dimostrando il volere e la disponibilità a collaborare con essa. La terza ed ultima parte di biblioteca è molto piccola, accedervi è impossibile se non tramite un'autorizzazione scritta da parte dell'Arci Mago o del Bibliotecario, ques...

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